Ministero della cultura

Archivio di Stato di Ravenna

L'Archivio di Stato di Ravenna, istituito come sezione di Archivio di Stato con DM 15 maggio 1941, divenne Archivio di Stato a seguito del DPR 30 settembre 1963, n. 1409. Riunì inizialmente i fondi archivistici conservati sino a quel momento presso la Biblioteca comunale Classense: corporazioni religiose, parte degli antichi archivi giudiziari, legazioni di Romagna e di Ravenna, insieme con l'archivio storico comunale. Il deposito di quest'ultimo fu però ritirato dal Comune di Ravenna nel 1956, in occasione del trasferimento della sezione nell'edificio dei chiostri già facenti parte del Convento di San Francesco. Dal 1965 ha alle sue dipendenze la Sezione di Archivio di Stato di Faenza. La disponibilità di più ampi locali, specie con il trasferimento nella sede di via Guaccimanni avvenuta nel 1966, ha d'altra parte permesso di raccogliere e riunire un considerevole numero di archivi di uffici ed enti pubblici, insieme a qualche archivio privato, della città e del distretto di Ravenna (con Alfonsine e Cervia), nonché dei territori dell'antica Romagna estense (Bagnacavallo, Conselice, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda, Sant'Agata sul Santerno) che dal 1598 al 1859 avevano fatto parte della legazione di Ferrara. La documentazione è strettamente complementare non solo – come si è detto – con quella dell'archivio storico comunale, ma anche con quella del ricchissimo archivio storico diocesano: con quest'ultimo, per il periodo più antico e fino alla fine del sec. XVIII, essa condivide la sfera d'influenza, che, al di là dei confini dell'attuale provincia, si estende a tutta la Romagna e a parte del Ferrarese e delle Marche. Dal 2008 l'Archivio ha sede in un corpo di fabbrica appartenente all'ex complesso benedettino di San Vitale, collocazione più consona in quanto inserita all'interno di una vasta area definita "Cittadella della cultura" in cui trovano ospitalità anche gli uffici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, il Museo nazionale di Ravenna, la Scuola per il restauro del mosaico e il Laboratorio di restauro della Soprintendenza.

Tra la documentazione di più ampia rilevanza si segnalano fondi di epoca post unitaria fondamentali per la ricostruzione delle vicende della storia della provincia quali la Prefettura e la Questura; oltre a questi l'archivio del Genio civile di Ravenna che conserva anche il materiale dell'ingegnere in capo d'acque e strade del dipartimento del Rubicone e dell'ingegnere della Legazione apostolica di Ravenna. La documentazione finanziaria e di più cospicua consistenza conservata è quella catastale proveniente dall'Ufficio tecnico erariale di Ravenna e dagli Uffici distrettuali delle imposte dirette di Ravenna e Lugo di Romagna: attraverso mappe, carteggi e registri si possono ripercorrere i passaggi di proprietà di terreni e fabbricati. Del patrimonio fanno parte anche gli archivi notarili e quelli di enti depositati presso l'Archivio di Stato tra cui l'archivio della Provincia di Ravenna, l'archivio dell'Ospedale di Santa Maria delle croci, istituti uniti e altre opere pie e l'archivio della Camera di commercio, industria, artigianato, agricoltura di Ravenna. Non sono più patrimonio dell'Archivio di Stato l'archivio del Comune di Sant'Agata sul Santerno (1527-1905), già conservato in deposito, in quanto ritirato dal Comune stesso in data 13 novembre 2001 e gli Stemmi dei governi di Ravenna e di Romagna (1845-1955), restituiti alla Prefettura di Ravenna nel 2004 di cui nel 1971 è stata curata l'intera riproduzione su diapositive a colori.

Esplora

Progetto di digitalizzazione

Patrimonio documentario

Soggetti produttori