Ministero della cultura

Archivio di Stato di Torino

Le origini dell’Archivio di Stato di Torino, un tempo “archivio centrale” del Regno di Sardegna e degli stati sabaudi precedenti (Ducato di Savoia e Contea di Savoia), sono antichissime: già dal XII secolo è attestata per i conti di Savoia l’esistenza di un “archivio dei titoli”, o trésor des chartes, mentre al XIV secolo risale la fondazione di un archivio camerale, con sede a Chambéry, per la conservazione della documentazione finanziaria dello Stato.

 

Passato da Chambéry a Torino a seguito dello spostamento della capitale del Ducato nel 1562, l’archivio dei titoli (o archivio dinastico) fu dotato di una sede definitiva nel 1731, quando l’architetto di Corte Filippo Juvarra ricevette l’incarico di progettare l’edificio dei Regi Archivi a Torino, da pochi anni divenuta capitale non più di un piccolo Ducato, ma del Regno di Sardegna: l’edificio juvarriano ospita ancora oggi la Sezione “Corte” dell’Archivio di Stato.  

 

Le carte che, a partire dal 1733, entrarono nell’archivio juvarriano comprendevano, oltre all’archivio dinastico dei Savoia, anche la documentazione prodotta, nelle sue varie articolazioni, dai Ministeri (Regie Segreterie) dell’Interno e degli Esteri del Regno. I documenti furono organizzati dagli archivisti sette e ottocenteschi per materie: Materie politiche per rapporto all’interno, Materie politiche per rapporto all’estero, Materie ecclesiastiche, Materie economiche, Materie giuridiche, Materie militari, Paesi.

 

I documenti degli archivi camerali di Piemonte e Savoia, anch’essi progressivamente trasferiti da Chambéry a Torino tra ‘500 e ‘700, e quelli degli altri Uffici Finanziari del Regno, così come le carte prodotte dai restanti Ministeri (in particolare quello della Guerra) e Uffici dello Stato sabaudo e dai notai, trovarono una collocazione definitiva nel 1925, all’interno della prima sede dell’ospedale San Luigi Gonzaga, costruita nel 1818 dall’architetto Bernardino Talucchi: nascevano così le “Sezioni Riunite” dell’Archivio di Stato di Torino.

 

Dopo l’Unità d’Italia e la fine del Regno di Sardegna l’Archivio di Stato di Torino continua a ricevere documenti dagli Uffici periferici dello Stato italiano in Provincia di Torino e in Valle d’Aosta, oltre ad altre tipologie di archivi: per esempio, quelli in lascito o  in deposito di personalità o famiglie importanti del panorama torinese o piemontese o, ancora, quelli di ditte di Torino entrate in crisi con conseguente rischio di dispersione del loro patrimonio archivistico e della memoria storica. 

 

Oggi l’Archivio di Stato di Torino conserva circa 85 Chilometri lineari di documentazione relativa a 1300 anni di storia di Torino, del Piemonte, delle regioni limitrofe, dell’Italia e dell’Europa: il più antico documento originale conservato, il secondo in assoluto degli Archivi di Stato italiani, data infatti all’anno 726 ed è noto come “Atto di fondazione del monastero della Novalesa”. Tra i moltissimi altri tesori documentari conservati si segnalano l’originale dello Statuto albertino del 4 marzo 1848 e l’”atto di nascita” dell’Italia unita, datato 17 marzo 1861.

 

Arricchiscono infine il patrimonio dell’Archivio di Stato di Torino il Museo storico dell’Archivio, che raccoglie le testimonianze documentarie ritenute più significative dagli archivisti di fine Ottocento che lo idearono, e la Biblioteca Antica, una collezione di oltre 8.000 tra volumi a stampa, manoscritti e codici, che copre un arco cronologico tra fine VI e fine XIX secolo.

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